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CIAD 11/3/2006
RIMOSSI GENERALI "DISSIDENTI"
Almeno una settantina di alti ufficiali dissidenti dell'esercito sono stati rimossi dal presidente Idriss Deby; lo si è appreso da un decreto presidenziale, di cui riferisce oggi la stampa locale. Tra i generali destituiti vi sono anche Sedi Aguid e Ishaq al-Diar, che erano andati in pensione il mese scorso; insieme ad altri ufficiali, si sono uniti alla ribellione che da mesi nell'est del Paese sta minacciando il governo di N'Djamena, con basi nella confinante regione sudanese del Darfur, teatro di un grave conflitto interno da tre anni. I generali rimossi "non avranno diritto alla pensione, né ad altre forme di reintegrazione o ad alcun tipo di compensazione" è scritto nel decreto presidenziale. A settembre un ampio numero di dirigenti delle Forze armate - tra cui molti legati alla famiglia dello stesso Deby - hanno disertato l'esercito governativo per unirsi a un'alleanza di nove diversi gruppi armati, aggregati nel 'Fronte unito per il cambiamento democratico', che si prefigge l'obiettivo di rovesciare l'attuale capo di Stato. Una delle prime azioni armate del nuovo movimento - l'attacco contro la cittadina orientale di Adré - ha provocato duri scambi di accuse tra il Ciad e il Sudan: Deby ha accusato il governo di Khartoum di sostenere i ribelli, dichiarando lo stato di belligeranza. Un vertice promosso dalla Libia il mese scorso a Tripoli ha permesso di appianare i contrasti tra i due Paesi, ma la posizione di Deby appare a molti osservatori sempre più indebolita.
[EB]
Fonte Misna
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